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Programma
per gli anni 2000-2001
- richiesta
di concessione di beni sequestrati ai mafiosi per il loro riutilizzo
sociale;
- ricerca
per il completamento del finanziamento del progetto I Qanat :
utilizzo delle opere cunicolari della Piana di Palermo;
- attuazione
del progetto "la Città della Storia e della Scienza";
- ricerca
di partner per lattuazione del progetto "Il Mediterraneo:
dalle paure
al dialogo"
- qualificazione
dell'Associazione a livello comunitario con progetti che
coinvolgono altre associazioni del bacino del Mediterraneo;
- Intensificazione
dei rapporti di collaborazione con altre associazioni sia
italiane che estere per migliorare l'utilizzo della conoscenza e delle
risorse
comuni;
- fornire
a tutti gli interessati strumenti di conoscenza e di analisi nel settore
pace, ambiente e sviluppo.
I Qanat
Progetto per lutilizzo delle opere cunicolari della Piana di
Palermo
Scheda
sintetica
Esiste nel sottosuolo della città di Palermo una estesa rete di
opere cunicolari sotterranee (nella figura), conosciute con la denominazione
di origine araba di "qanat", create per la distribuzione di
acque da falde sorgive. La conoscenza dei "qanat è ancora
insufficiente, alcuni non sono ancora rilevati e ben individuati. La loro
presenza, e la possibile riutilizzazione, non è solo interessante
ai fini storici, archeologici, geologici ed idrogeologici, ma, date le
ricorrenti situazioni di emergenza idrica in città, può
dare un significativo contributo, in termini di acque potabili, irrigue
o bianche per la creazione di reti duali di distribuzione.
LAssociazione per la Pace e lo Sviluppo nel Mediterraneo-onlus,
che ha maturato una considerevole esperienza nello studio di queste opere
cunicolari, ha redatto un progetto denominato:
I qanat - progetto per lutilizzo delle opere cunicolari nella
Piana di Palermo.
La prima fase della ricerca (si stima di 15-18 mesi) servirà non
solo a stabilire con esattezza il numero dei qanat esistenti, la loro
posizione topografica e la qualità e quantità dellacqua,
ma a delineare, anche da un punto di vista strettamente economico, una
serie di proposte di utilizzazione dellacqua disponibile che potrebbero
ridurre il prelievo da altre fonti di approvvigionamento (spessoa scopo
misto potabile-irriguo, o esclusivamente irriguo, vedi il caso dellinvaso
Poma) a favore dell'uso idropotabile.

Proposte
spesso non solo alternative, ma di integrazione dellutilizzo dellacqua
in città: si veda ad esempio il sistema dirrigazione attuale
delle aree a verde a Palermo, il sistema di pulizia delle caditoie del
sistema fognante, il sistema di pulizia delle strade ecc.
Lanalisi delle acque dei qanat e il rapporto sopra-sotto derivato
dallindagine topografica e dalla sua restituzione, saranno decisivi
nella scelta delluso delle acque e nella possibilità di collegamento
con la vecchia rete idrica, non più utilizzata dopo il 2001 per
la disponibilità della nuova rete di distribuzione dellacqua
potabile, che può essere adibita a rete duale per convogliare acque
a servizio delluso irriguo o di igiene urbana o industriale.
Beneficio non minore rispetto a quelli già descritti deriva dal
valore storico dei "qanat" e dei monumenti ad essi collegati
e dalla loro valorizzazione in chiave turistico-culturale; questa, se
ben studiata ed organizzata, può assicurare lavoro stabile ad eventuali
cooperative alle quali questi beni potrebbero essere affidati in gestione.
Lesperienza già maturata in questi anni con lattivazione
di itinerari come quello della Palermo Sotterranea, il grande
successo ottenuto in termini sia qualitativi che quantitativi, la creazione
di cooperative per laccoglienza dei visitatori ci inducono a prevedere
la possibile costituzione, pensando di attivare i trenta qanat previsti
dal progetto, di dieci cooperative (con sei soci attivi ciascuno) per
un impiego complessivo di circa sessanta persone.
Per la realizzazione della ricerca la nostra Associazione ha sottoscritto
protocolli di collaborazione con:
- lAzienda Municipalizzata Acquedotto di Palermo in data 8/06/2000.
- lUfficio del Genio Civile di Palermo, ed ancora lAzienda
Municipalizzata Acquedotto di Palermo in data 17/07/2000, con l'individuazione
delle attività di competenza e degli impegni economici di ciascuna
delle parti.
La prima fase della ricerca sarà coperta per circa il 40% dalle
risorse umane e finanziarie dei tre enti.
LAssociazione Generale Cooperative Italiane ha già mostrato
interesse per il progetto sia per la valenza culturale sia per la ricaduta
occupazionale che può derivarne; ed ha sottoscritto in data 20/07/2000
con lAssociazione un protocollo dintesa nel quale simpegna
a provvedere ad assicurare alle costituende cooperative una serie di servizi:
attivazione dello sportello impresa, assistenza ed aiuto alla costituzione
di dette strutture ad alla formazione di competenze gestionali, utilizzando
tutte le varie possibilità di attivazione finanziaria
Strategica sarà, ancora una volta, la collaborazione tra pubblico
e privato (vedi volontariato) per la realizzazione delle proposte e la
capacità di coinvolgere altre municipalità (i qanat si trovano
in tutto il bacino del Mediterraneo) su questi temi utilizzando al meglio
le risorse comunitarie.
La
Città della Storia e della Scienza
La nostra regione possiede un enorme patrimonio di storia, di tesori ambientali,
di opere dell'arte e dell'ingegno di inestimabile valore; l'esigenza,
tutta di questi anni, di tantissimi cittadini, di riappropriarsi della
storia e della memoria del loro territorio, porta a considerare l'opportunità
della costruzione di un luogo dove si possa, in maniera non episodica,
ripercorrere la storia dei luoghi nei quali viviamo: storia dell'uomo
(evoluzione della civiltà, dei costumi, del sapere, dell'economia)
e del suo ambiente.
Esistono, peraltro, in città edifici ed aree in disuso ed in abbandono,
che possono essere risanate e riconvertite per usi sociali.
Da tutto ciò nasce l'esigenza di costruire un luogo stabile dove
i cittadini, a cominciare dai più giovani, possano conoscere la
storia del proprio territorio in maniera interattiva e semplice, nel quale
intraprendere anche, attraverso la conoscenza e la fruibilità di
questo patrimonio, un'economia innovativa, fortemente funzionale alla
qualità della vita dei singoli e della collettività, basata
su una equilibrata sintesi fra valorizzazione turistica e attività
produttive orientate agli aspetti delle tradizioni culturali.
Obiettivi del progetto sono quindi: la tutela, la promozione e la valorizzazione
dei beni artistici ed ambientali del territorio, l'utilizzazione sociale
di un bene pubblico o privato degradato e/o abbandonato, la ripresa del
controllo del territorio da parte dei cittadini onesti, la creazione di
occasioni di lavoro qualificato e autogestito.
"Il Mediterraneo: dalle paure al dialogo"
E' necessario prendere coscienza che il Mediterraneo è stato vissuto
non solo nei secoli passati ma anche fino a oggi come fonte di paure,
tensioni e scontri.
Queste paure nascono già in un periodo di grande incertezza e precarietà
politica per i popoli del Mediterraneo nei quali, nell'assenza di strutture
statali forti, si afferma non solo la parcellizzazione delle autorità
(crisi dell'Impero ottomano soprattutto nel Nord-Africa e di quello spagnolo).
L'esperienza del passato, il rileggere queste storie, ci possono indurre
a riflettere sulla nostra attualità. Anche in questi ultimi decenni, il
Mediterraneo e i popoli che vi si affacciano sono stati (più delle
volte dai paesi "occidentali") vissuti come "paure" : la crisi energetica,
i rapporti politici spesso (con i paesi arabi) vissuti alle soglie di
uno scontro armato, le basi missilistiche di difesa (o di attacco?), le
basi Nato, i complessi sistemi radar (novelli sistemi di avvistamento
rispetto al sistema delle torri e i fani nei secoli precedenti), i traffici
illeciti di armi e droga, l'immigrazione clandestina, i sequestri dei
pescherecci, ecc....... Si tratta allora, tra soggetti differenti per
storie, costumi e religioni, di ripercorre il processo storico per cui
si sono create queste barriere e queste paure, e, riportandole all'attualità,
esaminare quali di esse sono state abbattute, quali rimangono e cosa si
può fare per eliminarle. Crediamo che sia possibile, attraverso il recupero
della memoria di ieri e di oggi, trovare occasioni di confronto, di ricerca
comune, di una rinnovata coscienza di essere figli di un'unica storia,
di costruzione di percorsi di collaborazione. La nostra associazione perciò
si propone di invitare i Paesi di tutte le sponde del Mediterraneo a raccontare
le "paure" di ieri rileggendo la storia della pirateria tra i secoli XVI
e XVIII, e anche quelle di oggi, cercandone le ragioni e, possibilmente,
traendone insegnamento per il presente e per il futuro.
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